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Concerto di musica sacra

Scritto da Fondazione Orsini | 17-lug-2025 10.02.18

Concerto di Musica Sacra


Giuseppe Ottavio Pitoni (1657 – 1743):

Messa Benedetto PP. XIII a 16 voci (1724)
In una ricostruzione liturgica nel settecento a Roma
Prima esecuzione in tempi moderni
Martedì 23 settembre 2025 ore 20:00
Roma, Basilica di San Lorenzo in Damaso

 


Giuseppe Ottavio Pitoni è stato uno dei più famosi compositori di musica sacra​ e uno dei maestri di cappella più contesi e ammirati dell’antico Stato Pontificio.​ La sua opera compositiva è colossale: più di duecento Messe, ottocento Salmi​ per il Vespro, duecento fra Introiti e Graduali, duecentocinquanta Inni, circa 200​ Magnificat, oltre a Litanie, Lamentazioni, Responsori ed altre composizioni ad​ uso delle festività di tutto l’anno liturgico.​ Una infaticabile attività compositiva, strettamente legata all’impegno di​ ricercatore, teorico e didatta. La sontuosa Guida armonica, la più ampia trattazione​ sulla teoria degli stili musicali - 41 volumi, per un totale di 26.000 pagine, oggi​ conservata manoscritta presso la Biblioteca Apostolica Vaticana - non è solo​ un’opera enciclopedica unica, ma anche un mezzo per comprendere quanto​ l’attività compositiva del ‘Maestro dei Maestri, sia profondamente radicata nelle​ forme antiche e alla tradizione contrappuntistica.​ In questa straordinaria attività compositiva la produzione policorale ha un​ posto rilevante. Il senso “prospettico” della polifonia rinascimentale è amplificato da organici multipli ed esaltato dal continuo movimento dei complessi vocali-strumentali nello spazio esecutivo.​ Delle otto messe policorali a 16 voci conosciute, la messa ‘Benedetto Pp XIII’​ a 16 voci e organo è l’ultima dell’autore reatino: venne eseguita per la prima​ volta il 24 settembre 1724 in occasione dell’ingresso ufficiale di Papa Orsini nella​ Basilica di San Pietro.​ La messa alterna movimenti lenti, dagli arditi passaggi armonici, a​ movimenti veloci, con alterne sezioni con effetti dialoganti dei cori e movimenti​ contrappuntistici a 16 voci.

 

 

 

 

Di particolare efficacia sono le fasi finali del Gloria​ e del Credo: il reiterato uso di figurazioni minute di sedicesimi, tipiche del​ virtuosismo canoro del canto da camera e del cantar di gorgia, poco inclini alle voci​ piene con moltitudine di cantanti, testimonia oramai una compenetrazione dei generi​ nella convinzione che “...non si può esercitar bene la moderna Musica, senza qualche​ capacità delle vere Regole Antiche’ e che la ricchezza della composizione va raggiunta con​ ‘differenti stili, sì che, se ognuno dovesse attendere ad un’ solo stile, e ad una sola scuola, la​ Musica si ridurrebbe povera, e senza varietà di stili, oltre che sarebbe mendica di invenzioni,​con discapito della dilettazione, fine principale della Musica”.​ La liturgia ripete e ritualizza continuamente il vero miracolo del barocco:​ rendere compatibili differenze tra passato e presente e quelle inevitabili della​ vita contemporanea: tutto può essere utile alla salvezza del mondo.​ La messa viene presentata nella scansione liturgico-musicale, alternando le​ parti dell’Ordinarium Missae, costituito dalla messa ‘Benedetto XIII’, a mottetti​ dell’autore e brani strumentali di musicisti attivi a San Pietro fra il XVII e il​ XVIII secolo. Solo la ‘Sonata in risposta’ varca i confini dello stato Pontificio ma,​ nel presente programma, è particolarmente adatta per interpretare efficacemente​ gli effetti antifonici della policoralità.